Riporto dal forum un interessante post dell’amico vngncl61 sull’otturatore delle macchine a telemetro sovietiche.
Buona lettura
Spesso le recensioni su fotocamere a telemetro ex CCCP, imputano a queste difetti, e problemi, che tali non sono. Il primo riguarda la, presunta, debolezza e scarsa affidabilità dei loro otturatori, dovuta alle manovre di carica ed impostazione dei tempi.
Di solito si legge che, caricare l’otturatore, prima di poter cambiare i tempi, che va fatto anche sulle Leica, è un difetto, e che operare diversamente comporta l’inevitabile rottura della fotocamera.
Vediamo come stanno veramente i fatti
Il progetto, base, dell’otturatore delle Zorki e delle Fed, è derivato da quello delle Leica II.
Nelle Leica il pomello che imposta i tempi ruota insieme alla 1° tendina, ed una camma sull’asse sgancia una leva che rilascia la 2° tendina. I tempi d’otturazione vengono variati sollevando e ruotando il pomello, in tal modo si posta la posizione della camma sull’asse, che percorre una distanza, più lunga o più breve, prima che la 2° tendina venga rilasciata.
Poiché la velocità delle tendine, e quella dell’asse dei tempi, è costante, ma non la spaziatura tra i tempi, essendo ogni tempo il doppio del precedente, e la metà del successivo, i tempi veloci sono assai vicini tra di loro, mentre vi è una grande distanza tra i più lenti, 1/30 ed 1/60.
In tale tipo d’otturatore la prima tendina impiega, circa, 1/30 per completare la sua corsa.
Per aggiungere i tempi lenti, quelli cioè superiori ad 1/30, che richiedono che la 2° tendina parta in ritardo rispetto a quando la prima ha terminato la corsa, la Leitz, nel mod. III, introdusse un meccanismo di ritardo, o scappamento, sul fondo della macchina, ed una ghiera dei tempi lenti, separata sul fronte.
I sovietici operarono diversamente, sfruttando lo spazio vuoto tra 1/30 ed 1/60 sulla ghiera dei tempi.
Se, osservando la ghiera dei tempi su una Zorki 4, ignorate i tempi tra 1/15 ed 1 s.,noterete che tutti gli altri sono disposti esattamente come sulle Leica II.
Notate che, ruotando il pomello di ricarica, ruota pure il pomello dei tempi, e che per passare da un tempo veloce ad uno più lento, dovrete ruotare il comando dei tempi nella stessa direzione in cui ruota durante l’avanzamento pellicola. Cioè caricare l’otturatore è lo stesso che impostare un tempo più lento.
Impostando un tempo tra le posizioni di 1/30 e quella di 1/60, il meccanismo del ritardatore è bypassato, impostando, invece, un tempo tra le posizioni di 1/60 ed 1 s., lo scappamento viene caricato.
Notate che lo spazio aumenta progredendo da 1/15 verso 1 s., in tale posizione il ritardatore è al massimo della carica. Per i tempi rapidi è il contrario.
Quando è impostato un tempo sulla ghiera tra 1/60 ed 1s. premendo il pulsante di scatto, la prima tendina parte e, prima di terminare la corsa, aziona il ritardatore, che al termine della sua azione sgancia la seconda tendina. Con i tempi di 1, ½ , ¼ ed 1/8, si ode perfettamente il ronzio dello scappamento.
Curiosità, Il tempo di 1/30 è svincolato dal ritardatore è cioè un tempo breve, mentre 1/60 è determinato dal ritardatore, è cioè un tempo lento.
Adesso vediamo perché con tale otturatore è consigliabile impostare i tempi solo dopo aver fatto avanzare la pellicola..
Per prima cosa tenete a mente che, ad otturatore scarico, il tempo che indica il punto sul pomello NON è quello effettivamente impostato, così se variate il tempo, in tali condizioni, sbaglierete ad impostarlo.
Ricordate che caricare l’otturatore fa ruotare l’asse dei tempi nella stessa direzione in cui s’impostano i tempi più lenti.
Supponiamo che, ad otturatore scarico, sia impostato il tempo di 1/2s, la ghiera indicherà 1/30, dimentichiamo le raccomandazioni ed impostiamo il tempo di ¼ s, che è prossimo al fine corsa dell’albero dei tempi, in tali condizioni, quando andremo a caricare l’otturatore, e far avanzare il film, gli ingranaggi tenderanno a far ruotare l’albero dei tempi di 270°, ma, il ritardatore sarà completamente carico dopo circa 60° di rotazione, e l’azione di carica diventerà molto dura, a questo punto avete 2 possibilità, o arrestate la carica o continuate, e rompete l’otturatore.
Nel caso optaste per la prima, premete il pulsante di scatto, poi ruotate la ghiera dei tempi in senso orario, sino a che si blocca, e ricaricate, nel 99%, ed oltre, dei casi tutto torna come prima, se non va, riavvolgete il film completamente, poi ricaricate l’otturatore, dopo un paio di giri a vuoto tutto torna a funzionare.
Dal punto di vista della qualità dei materiali, e della costruzione, non siamo certo a livello di Leitz o Canon, ma comunque ampiamente soddisfacenti.
Il più dei problemi deriva dalla accumularsi di sporcizia e dal tipo di lubrificanti usati, con una pulita e taratura tornano nuove.
Qualche immagine :
1) leva di sgancio 2° tendina
2) Asse dei tempi, ogni intaglio corrisponde ad un tempo diverso
3) meccanismo dello scappamento
4) alberino dei tempi
5) camma del ritardatore, viene agganciata dall’asse dei tempi, e carica lo scappamento
6) Camma di sgancio della 2° tendina, ruotando va ad impegnare la leva indicata col n°1, nella foto 1
7) pomello impostazione dei tempi
8) ghiera fissa dei tempi.
ho letto con molto interesse l’articolo, e volevo ringraziare il buon Nicola per questo.
non si trova molto in rete a riguardo, quindi questa piccola recensione è oro per chi come me ha una telemetro russa.
anche se non ci metterò mai le mani, causa la mia inettitudine in certi lavori…
Bravo Nick!!!
Contributo godurioso, grazie
Un bellissimo articolo e mi spiace di averlo visto solo ora.
Grazie e complimenti!
Enzo (Elmar Lang)
cit> “” Dal punto di vista della qualità dei materiali, e della costruzione, non siamo certo a livello di Leitz o Canon, ma comunque ampiamente soddisfacenti.
Il più dei problemi deriva dalla accumularsi di sporcizia e dal tipo di lubrificanti usati, con una pulita e taratura tornano nuove.””
Non capisco il cambio di rotta dell’autore dell’articolo, molto ben fatto, rispetto a questo:
http://www.analogica.it/topic12806.html