L’ingranditore è uno strumento da camera oscura utilizzato per ingrandire e stampare i negativi. La sua funzione è quella di proiettare, ingrandita, l’immagine del negativo sulla carta da stampa per ottenere un ingrandimento. La maggior parte degli ingranditori hanno uno sviluppo verticale.
Costruttivamente l’ingranditore è composto da 3 parti principali:
- La base di proiezione
- La colonna
- La testa
la base di proiezione è il piano su cui viene proiettata l’immagine ingrandita e sulla quale si poggia la carta da stampa.
La colonna sostiene il corpo dell’ingranditore (testa) che si muove in verticale lungo la colonna per variare il rapporto d’ingrandimento.
A sua volta la testa dell’ingranditore è composta da 5 parti
- Flangia porta obbiettivo
- Soffietto o elicoide di messa a fuoco
- Portanegativo
- Sistema di concentrazione della luce
- Lampada
L’ingranditore deve essere adatto al formato del negativo che si intende stampare; molti modelli possono essere adattati per stampare più formati diversi. L’obbiettivo dell’ingranditore deve anch’esso essere di lunghezza focale idonea al negativo che si intende ingrandire, e la sorgente luminosa deve essere in grado di coprire in maniera uniforme l’intera area del negativo. Solitamente è possibile stampare un negativo più piccolo del formato per il quale è adatto l’ingranditore, ad esempio è possibile stampare un negativo 24×36 con un ingranditore per il 6×6; in questi casi la maggior lunghezza focale dell’obbiettivo non permetterà ingrandimenti molto spinti e l’illuminazione, coprendo l’area più grande del 6×6, sarà meno efficiente rispetto ad una illuminazione ottimizzata per il 24×36. Stampare un negativo più grande con un ingranditore adatto a formati più piccoli solitamente non è possibile oppure si potrà ingrandire solo una porzione del negativo stesso.
Gli ingranditori possono essere classificabili in base al tipo di luce utilizzata:
Luce puntiforme: questo tipo di illuminazione è assai poco diffusa ed usata principalmente per la stampa di negativi provenienti da applicazioni specialistiche o scientifiche. La fonte luminosa è una lampada di piccole dimensioni con luce molto direttiva; i raggi luminosi vengono raccolti da un sistema di lenti, detti condensatori, e perfettamente collimati nel punto nodale posteriore dell’obbiettivo d’ingrandimento. L’immagine proiettata da questi ingranditori è estremamente contrastata, la grana, le eventuali imperfezioni presenti sul negativo sono estremamente enfatizzate e l’ombra prodotta da eventuali particelle di polvere risulta molto visibile nella stampa.
Luce condensata: questo tipo di illuminazione è più diffusa per la stampa in bianco e nero. La luce diffusa proveniente da una lampada opalina viene concentrata sulla superficie del negativo da una o più lenti convesse, dette condensatori. In questi ingranditori l’immagine proiettata ha un contrasto piuttosto alto, ma non quanto quella prodotta dalla luce puntiforme. La grana della pellicola e eventuale polvere sono enfatizzate. In molti modelli di ingranditore che possono essere adattati alla stampa di negativi di diverso formato i condensatori devono essere specifici per il formato della pellicola e l’obbiettivo usato.
Luce diffusa: questo tipo di illuminazione è usata soprattutto per nella stampa a colori, ma può essere benissimo usata anche nella stampa bianco e nero. La luce di una lampada, di solito alogena, passa attraverso una scatola con le pareti riflettenti, detta scatola di miscelazione, in cui i raggi luinosi compiendo una miriade di riflessioni perde la sua direzionalità, quindi passa attraverso un diffusore. Il negativo viene illuminato da raggi luminosi provenienti da ognni direzione, il contrasto dell’immagine proeittata e più basso e la grana e eventuale polvere sono meno visibili sulla stampa.
Luce fredda: questo tipo di illuminazione è poco adottata, soprattutto in Europa. La luce fredda è composta da una serpentina al neon che produce luce monocromatica (blu) molto diffusa; per rendere la luce più uniforme viene usato anche un diffusore. La luce fredda è così detta perché il neon produce poco calore e il negativo è meno sottoposto a stress termici che potrebbero farlo incurvare. Il fatto che la luce prodotta non sia bianca ma blu limita molto l’uso di questa fonte per la stampa con i filtri multigrade, non riuscendo ad ottenere le gradazioni più contrastate. Sono state prodotte delle fonti luminose fredde dotate di due serpentine, una a luce blu e una a luce verde, specificatamente per la stampa con carta a contarsto variabile.
Negli ingranditori a condensatori la stampa con carta multigrade o la stampa a colori possono essere fatte inserendo i filtri per la variazione di contrasto o per la correzione delle dominanti cromatiche in un cassettino portafiltro situato tra la lampada e i condensatori. Nel caso questo non fosse presente esistono dei filtri otticamente corretti che possono essere agganciati sotto l’obbiettivo.
A seconda del modello la lampada può essere posta verticalmente sopra il sistema di illuminazione e il portanegativi, con uno sviluppo verticale dell’ingranditore, oppure ci può essere un sistema reflex, con uno specchio che riflette la luce della lampada inviandola sul sistema di illuminazione e portanegativi, rendendo la forma della testa più compatta e meno sensibile alle vibrazioni.
Alcuni ingranditori hanno o possono essere dotati di testa colore. Questa testa, usata per la stampa a colori ma anche per la stampa con carta multigrade, sono a luce diffusa e dotati di un meccanismo che può inserire in maniera dinamica dei filtri dicroici dei colori complementari Ciano Magenta e Giallo (CYM, Cyan, Yellow, Magenta) nel flusso luminoso della lampada. La luce parzialmente colorata viene miscelata nelle scatola di miscelazione e riesce dal diffusore omogeneamente colorata. Più i filtri vengono inseriti in profondità nel flusso luminoso, più sarà colorata la luce. Per la stampa con carta multigrade si useranno solo i filtri Giallo e Magenta (Y, M). Alcune teste colore sono dotate anche di un filtro di densità neutra (ND) che permette di variare l’intensità luminosa senza toccare il diaframma dell’obbiettivo e di una leva che permette di escludere con un solo gesto tutti i filtri e per permettere la visione o la stampa senza la luce colorata.
Il portanegativo solitamente è composto da due parti richiudibili a libretto, all’interno delle quali viene posto il negativo. Il portanegativi può essere dotato di vetrini o da mascherine adatte al formato di pellicola da stampare.
I vetri offrono la maggior garanzia che il negativo sia perfettamente piatto e quindi non vada fuori fuoco per un eventuale riscaldamento della pellicola –scaldandosi il negativo tende ad incurvarsi– ma aumenta la possibilità che polvere e sporco si depositino sui vetri rovinando la stampa, richiedendo quindi un’estrema pulizia. Inoltre la parte lucida del negativo (il dorso) quando è in contatto con la superficie liscia di un vetrino non appositamente tratatto, può creare degli artifatti ottici detti “anelli di Newton” una serie di anelli concentrici chiari e scuri. Per evitare gli anelli di Newton sono prodotti dei vetrini con uno speciale trattamento della superficie che elimina questo difetto.
Le maschere tengono spianato il negativo premendo solo sul bordo, la superficie da ingrandire rimane libera. L’uso delle mascherine diminuisce i problemi di pulizia, che si limita alle due facce della pellicola, ma non garantisce la perfetta tenuta in piano del negativo, soprattutto nel caso questo sia di dimensioni piuttosto ampie e/o sottoposto al riscaldamento della lampada per alcuni minuti.
Un buon compromesso che permette una buona tenuta in piano è quello di montare il vetro nella parte superiore e la mascherina nella parte inferiore del portanegativo.
I portanegativi più completi sono dotati anche di lamelle regolabili che permettono di delimitare una porzione del negativo, quando si debbano effettuare stampe con il brodo della pellicola in vista o si debba ingrandire una porzione del fotogramma; in questo caso evitano che le parti del negativo che sono escluse dall’inquadratura possano creare dei riflessi sulla base chiara intorno all’area interessata alla stampa. Alcuni portanegativi sono dotati di pignoni per la messa a registro, pemettendo la stampa di due o più negativi perfettamente a registro tra loro (maschere per esposizioni multiple, maschere di contrasto, ecc.).
Gli obbiettivi da ingrandimento devono essere di lunghezza focale adatta al formato di pellicola che si intende stampare.
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24×36 50mm 6×6 80mm 6×7 90mm 6×9 105mm 4×5″ 150mm 5×7″ 210mm 8×10″ 300mm
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Le focali riportate in tabella sono solo indicative e possono variare in funzione del modello e della marca dell’obbiettivo.
Esistono obbiettivi di ingrandimento di diverso costo e qualità: i modelli più semplici ed economici hanno schema ottico a 3 o 4 lenti, luminosità massima limitata (f4 o f5,6 per 50mm) e sono progettati per avere le migliori prestazioni per ingrandimenti limitati, fino a 8-10x (ca 18×24 per negativi 35mm).
I modelli di qualità più alta e più costosi hanno schema ottico più complesso e luminosità massima maggiore (f2,8 per 50mm), sono ottimizzati per fattori di ingrandimento fino a 20X. Alcuni obbiettivi sono prodotti anche in versione “apo”, cioé sono stati progettati con una particolare attenzione anche alla correzione dell’aberrazione cromatica (apocromatici); questi obbiettivi sono molto costosi anche se hanno prestazioni ottiche migliori, soprattutto nella stampa a colori; i vantaggi offerti nella fotografia in bianco e nero, secondo alcuni, non sono proporzionati al maggior costo di queste ottiche. Inoltre sono stati prodotti obbiettivi d’ingrandimento di focale “grandangolare” che permettono di raggiungere più elevati rapporti di ingrandimento a parità di distanza dell’obbiettivo dalla base.
Gli ingranditori sono dotati di un filtro rosso che può essere ruotato sotto (in alcuni casi sopra) l’obbiettivo, colorando di rosso l’immagine proiettata. In questo modo è possibile posizionare la carta da stampa in bianco e nero vedendo al contempo l’immagine proiettata e regolare con precisione l’inquadratura. Il filtro rosso non può essere usato nel caso si stampi il colore.
Alcuni modelli permettono di ruotare la testa di 90° per proiettare l’immagine ingrandita su una parete o un supporto perpendicolare, per ottenere rapporti di ngrandimento più alti di quelli che permette la lunghezza della colonna. In altri modelli è possibile rouotare la colonna di 180° proiettando così sul pavimento; in questo caso è necessario appesantire la base per evitare che l’ingranditore si sbilanci.
Per la massima qualità della stampa l’ingranditore deve essere allineato, cioè i tre piani di riferimento per l’immagine devono essere paralleli: il piano del negativo, il piano dell’obbiettivo e il piano di proiezione. Non tutti gli ingranditori hanno le regolazioni per allineare tutti e tre i piani. Negli ingranditori di fascia più amatoriale è possibile solo ruotare l’intera testa, dando per scontata il parallelismo del portanegativi e dell’obbiettivo. In modelli più completi c’è la possibilità di ruotare sia la testa che la “standarta” portaobbiettivo. Per allineare la base di solito si spessora il marginatore, a meno che anche questa non disponga di un meccanismo idoneo.
Per allineare l’ingranditore esistono vari metodi, più o meno accurati. Si può usare un un righello e misurare i lati dell’immagine proiettata, che devono essere della stessa misura, ma questo è un sistema generalmente poco preciso.
Si può usare una livella e controllare i tre piani, facendo attenzione che la livella appoggi effettivamente sulla superficie da controllare e non su parti smussate o troppo piccole da permettere il buon posizionamento della livella stessa. Per controllare il piano basta poggiarci sopra la livella e controllare sia in larghezza che in profondità. Infilare la livella nel portanegativi è più difficile, allora si può inserire nel portanegativi una piastrina di metallo che sporga fuori e su questa poggiare la livella. Per controllare l’obbiettivo basta tenere premuta la livella sull’anello frontale dell’ottica.
Oppure si può usare un buon focometro, il cui specchio sia sufficientemente ampio da permettere l’osservazione dell’immagine proiettata fino ai bordi, e controllare un negativo test che può benissimo essere un pezzo di coda di pellicola con dei segni molto netti, tipo incisioni con un taglierino.
Il sistema migliore è acquistare un dispositivo laser, tipo Zig-Allign o “The Parallel”, sono precisissimi ma molto costosi. Sul libro “Way Beyond Monochrome 2a edizione” è spiegato come auto-costruirsi un dispositivo al laser per l’allineamento.
Il controllo dell’allineamento andrebbe fatto su tre posizioni; testa bassa, testa mezza altezza e testa alta sulla colonna. L’allineamento dovrebbe essere fatto periodicamente, a seconda di quanto si usa l’ingranditore e del tipo di ingranditore (alcuni modelli vanno fuori molto più facilmente di altri); sicuramente quando si sposta l’ingranditore o si smonta per qualsiasi motivo. Nel caso l’ingranditore fosse fuori allineamento di solito è sfuocata solo un lato o un angolo dell’immagine proiettata. Se il disallineamento è molto forte si dovrebbe vedere almeno una fascia nitida, da bordo a bordo del fotogramma, nell’area proiettata.
Gran bell’articolo Diego!
Bell’articolo per chiarirsi un pò le idee, proprio mentre sono alla ricerca di un ingranditore!
Appena preso un Durst M 601. Un gioiello!!
diego, leggo solo ora, e mi complimento con te per l’articolo, che mi ha chiarito parecchi dubbi a riguardo.
Ciao a tutti! Qualcuno sa indicarmi qualche obiettivo adatto a negativi 8×10″ ? Non so come cercare sul web, non conoscendo nè marche nè modelli… Grazie.
Prova a chiedere sul forum, http://www.analogica.it
salve.
Ho da poco acquistato un ingranditore Philips psc2000 con testa a colori a sintesi additiva tramite i dimmer della centralina.
Purtroppo una delle 3 lampade alogene da 35W si è fulminata ed è difficile reperirne una nuova.
La domanda è: posso stampare il BW con solo le 2 lampade rimaste ?
grazie
Saluti
Ciao, per poter stampare su carta a contrasto variabile con ingranditori a colori a sintesi additiva sono necessarie le lampade blu e verde, e fare delle prove per conntrollare i livelli di contrasto ottenibili (in teoria blu+verde alla stessa intensità dovrebbe dare una gradazione 2). La mancanza della luce bianca però potrebbe in ogni caso essere un problema per la messa a fuoco dato che sulla luce molto colorata (soprattutto per il blu nel tuo caso) può entrare in gioco l’aberrazione cromatica del focometro ma soprattutto dell’occhio e provocare uno spostamento della maf che potrebbe non essere ininfluente. Insomma dovresti fare un test del tuo sistema.
Ti consiglio inoltre di scrivere sul forum di analogica dove gli utenti col tuo stesso ingranditore possono darti un aiuto migliore del mio.
Ciao
Diego
Ciao Diego
Complimenti per il blog e argomenti trattati
Io già stampo negativi su carta ma in bianco e nero.
Qual’è la procedura per stampare a colori?
Grazie
si può usare un ingranditore a colori anche per i negativi in b/n?