Sensitometria in 10 capitoli
CAPITOLO 5
Latitudine di esposizione
La latitudine di esposizione è forse uno dei concetti più fraintesi in fotografia e personalmente ho anche qualche dubbio che essa esista. Comunque, per quanto detto fin qui si può dire che la latitudine di esposizione della pellicola corrisponde all’SBR che rientra nei limiti dell’ES della carta e in cui è compresa tutta la scala tonale dal bianco puro al massimo nero che il sistema fotografico è in grado di restituire.
Tuttavia esistono dei casi in cui si può parlare di latitudine di posa, secondo il significato più comune, ossia la capacità della pellicola di assorbire errori di esposizione ed è quando l’SBR del soggetto è minore dell’ES e, per motivi espressivi, non si vuole sfruttare tutta la scala tonale della carta dal bianco al nero; in altre parole quando si fotografa un soggetto a basso contrasto e in stampa non si cercano, contemporaneamente, bianchi puri e neri profondi. In questo caso particolare rimane un po’ di lasco all’interno del quale è possibile, entro certi limiti, shiftare l’SBR del soggetto sulla curva, rimanendo all’interno dell’ES della carta. In fase di stampa sarà poi possibile recuperare i giusti toni di grigio, variando l’esposizione della carta, senza compromettere la restituzione tonale globale.
Come si può vedere dalla figura, quando la gamma di esposizione del soggetto (SBR) che stiamo riprendendo è ristretta, cioè il contrasto del soggetto è basso, una variazione (o un errore) di esposizione comporta uno spostamento orizzontale dell’SBR sull’asse X; se questo spostamento rimane entro i limiti del massimo range di esposizione della pellicola che rientra nei limiti della carta, in stampa sarà poi possibile spostare i toni verso il chiaro o verso lo scuro mantenendo sempre una buona riproduzione tonale.
Sempre dalla figura si può vedere che in questo caso in stampa non si potranno ottenere contemporanemente alteluci chiare e neri profondi; variando l’esposizione della stampa si riuscirà, entualmente, ad ottenere uno solo di questi toni, mentre l’altro sarà necessariamente prefissato.
Quindi se la scelta espressiva del fotografo è quella di avere una stampa in cui non è sfruttata tutta la dinamica della carta si può parlare di latitudine di esposizione nel senso di tolleranza agli errori di esposizione.
Se invece si aumenta lo sviluppo del negativo per compensare il basso contrasto della scena, o si usa una gradazione di carta più dura in stampa la latitudine di esposizione non esiste più andando, di fatto, a coincidere con l’SBR; ed questo è il motivo per cui personalmente trovo improprio parlare di latitudine di esposizione nel senso di tolleranza agli errori di esposizione.
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spesso mi ritrovo in situazioni di questo tipo…
o bianchi e grigi, o neri e grigi…
cosa dovrei riconsiderare in questi casi?
eppure tendo a sovraesporre e sottosviluppare del 20% in media scene abbastanza/molto contrastate…
per ora arranco, ma mi sembra abbastanza comprensibile il tutto.
grazie mille!
Mi pare di aver capito che il tuo problema è simile a quanto si vede nell’ultima illustrazione. Se in stampa regoli il bianco ma quello che dovrebbe essere nero rimane grigio scuro (foto blu), oppure se in stampa hai un buon nero ma il bianco rimane grigio (foto verde), allora il contrasto del negativo è troppo basso rispetto al contrasto del soggetto. Ma la tua procedura dovrebbe essere corretta, e non dovresti avere questo problema su scene con contrasto tendenzialmente alto, semmai il contrario. E’ difficiel dire senza vedere le stampe e i nnegativi; la carta di stampa è fresca? Sviluppi a fondo la carta?
Un’ esposizine abbondante è cosa buona (se ne parla nel capitolo 7) e in genere gli sviluppi suggeriti dai fabbricanti sono un po’ abbondanti (il perché è spiegato nel capitolo 9). Inoltre io mi stò adattando per avere come gradazione normale la 3 invece della 2, dato che uso in genere carta VC (capitolo 6).
Copntinua a seguire le puntate e se qualcosa non è chiaro domanda pure 🙂
Grazie Diego… La carta dovrebbe essere fresca, ho provato a cercare il bianco e c’è…
Come il nero, il problema penso sia dovuto ai miei negativi, ed alla scarsissima padronanza delle tecniche di stampa. Tra qualche mese avrò una camera oscura in pianta stabile, con la possibilità di approfondire meglio la tematica in oggetto, visto che da pochissimo ho sostituito i condensatori con una color… In ogni caso resto collegato ed attendo i prossimi articoli, nel caso non trovassi la quadra, sarò qui a rompere come mio solito… Grazie ancora