Sensitometria in 10 capitoli
CAPITOLO 9
Sensibilità
Anche se per coerenza narrativa sarebbe stato opportuno parlare prima della sensibilità, si è lasciato questo argomento per ultimo perché nessun concetto sensitometrico è stato fonte di fraintendimenti, confusione, interpretazioni, come la sensibilità di un prodotto fotosensibile.
Definire con precisione e quantificare la sensibilità di una pellicola, in modo da offrire al fotografo un punto di riferimento per l’esposizione, si è dimostrato essere un compito piuttosto arduo; per far si che tutto funzioni infatti è necessario che la lettura effettuata dall’esposimetro e la coppia tempo/diaframma impostata sulla macchina fotografica facciano entrare una quantità di luce tale da posizionare la gamma dinamica del soggetto perfettamente centrata nella curva caratteristica.
Da parte dei produttori si è reso necessario armonizzare tutti i fattori che influiscono sulla quantità di luce che colpisce il piano focale (luminanza del soggetto, distanza tra soggetto e obbiettivo, lunghezza focale, coefficiente di trasmissione dell’obbiettivo, fattore di flare della macchina fotografica, fattore di vignettatura, angolo del punto immagine rispetto all’asse ottico e apertura di diaframma), i fattori che influiscono sulla misurazione della luce (fattore di risposta del recettore, fattore di taratura dell’esposimetro) e la quantità di luce minima necessaria alla pellicola per registrare la maggior quantità possibile di informazioni, in un sistema utilizzabile con qualsiasi tipo di pellicola, negativa o invertibile, in bianco e nero o a colori, con ogni apparecchio fotografico ed essere al contempo facile da usare ed offrire risultati di qualità soddisfacente; il tutto con la variabile più importante, il contrasto del soggetto, impossibile da determinare a priori. Un compito veramente arduo e che i costruttori hanno affrontato con un compromesso che, tutto sommato, ha funzionato e funziona abbastanza bene, anche se non è certo la soluzione ottimale.
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