Archivi tag: fotografia

“Lezioni di fotografia analogica” ovvero come “esporre per le ombre e sviluppare per le luci” in quattro passi.

Il seguente post nasce da una interessantissima discussione nata sul forum www.analogica.it stimolata dagli utenti ed arricchita di contenuti da parte di Andrea Calabresi (Silverprint), stimato collaboratore e moderatore del forum..

Ne riporto gli estratti salienti nella speranza che sia di aiuto per tutti.

A questo link la discussione completa : http://www.analogica.it/rivelatore-tri-x-400-lezioni-di-fotografia-t3018.html

Per semplicità vi preannuncio che l’ho volutamente suddivisa in quattro macro aree che sono :

1 – Mini storia semi-seria e mezza inventata della tecnica fotografica!

2 – Esporre per le ombre, sviluppare per le luci

3 – Consigli pratici…

4 – Un esperimento!

Buona lettura.

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DIY Recesky TLR: una toycam fai-da-te (Murphy permettendo)

Riporto il post sulla Recesky, pubblicato qualche giorno fa sul mio blog!

Finalmente la mia odissea con la Recesky è finita! Per chi non lo sapesse, la Recesky TLR è una biottica cinese (TLR vuole dire Twins lens reflex) completamente in plastica, che arriva a casa con il kit fai-da-te. Insomma, è una roba nerd: nella scatola, ci sono tutti i pezzi, le vitarelle e le lenti da montare seguendo le istruzioni.

Perchè parlo di “odissea”? Ora vi racconto come è andata … Continua a leggere

Viaggio ZEISS – La geografia delle fotocamere di Pierpaolo Ghisetti (parte seconda)

Pubblichiamo oggi la seconda parte dell’ interessante articolo di Pierpaolo Ghisetti sulla geografia delle fotocamere Zeiss, collaboratore nonché stimato ed apprezzato moderatore del Forum analogica.it.

L’articolo originale (visibile a questo link) è stato tratto, su esplicito consenso dell’autore, dalla sezione “scriptorium” del sito http://www.marcocavina.com

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Questa seconda parte è specificatamente dedicata alle fotocamere che riportano targhette relative a negozi tedeschi.

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Viaggio ZEISS – La geografia delle fotocamere di Pierpaolo Ghisetti (parte prima)

Pubblichiamo oggi un interessante articolo di Pierpaolo Ghisetti, collaboratore nonché stimato ed apprezzato moderatore del Forum analogica.it

L’articolo originale (visibile a questo link) è stato tratto, su esplicito consenso dell’autore, dalla sezione “scriptorium” del sito http://www.marcocavina.com

Ma vediamo chi è Pierpaolo Ghisetti.

Per quanti non lo conoscessero vi rimando alla discussione “conosciamo lo staff di analogica.it”  dove Pierpaolo si presenta alla community in questo modo:

Mi chiamo Pierpaolo Ghisetti e da 20 anni sono giornalista e scrittore di cose di fotografia. Ho iniziato la mia vita fotografica professionale con il WWF, producendo per 10 anni diaporami per le scuole e foto per la rivista dell’Associazione. Sono poi entrato, casualmente, nel mondo dell’editoria, con una collaborazione con l’Editrice Reflex di Roma, rapporto che dura tutt’ora. Oltre a 200 articoli apparsi su Fotografia Reflex, per questa Casa Editrice ho anche pubblicato 4 libri su marchi fotografici, Zeiss, Nikon e due su Leica.
Ho anche pubblicato su diverse altre riviste, come Leica Magazine e Classic Camera, specializzandomi sempre più sull’antiquariato fotografico. Ho anche pubblicato, in lingua inglese, sulle riviste americane Zeiss Historica e Viewfinder, la rivista ufficiale della LHSA, la più grande associazione Leica del Mondo.
Miei articoli appaiono anche sul web:
http://www.reflex.it – riedizioni di articoli già apparsi sulla rivista cartacea
http://www.nadir.it – articoli di fotografia e viaggi
http://www.leica-historica-italia.it – articoli sul mondo Leica
http://www.marcocavina.com sezione Lo Scriptorium di PP.Ghisetti – con articoli molto specifici su Leica, Zeiss e Contax a telemetro

Oggi come oggi in totale ho superato i 420 articoli pubblicati: punto ai 500….
tengo regolarmente a Modena (città dove vivo) e provincia diversi corsi specifici di fotografia, oltre ad un nutrito numero di proiezioni pubbliche.

Ho avuto tra le mani attrezzature di tutti i tipi, in quanto tutto quello che scrivo è sempre frutto di esperienza personale: tuttavia, al di là delle esperienze professionali, le mie due macchine preferite sono Leica M6 e Hasselblad SWC, ma ai tempi del WWF ho usato un esteso corredo Canon FD, e anche diverse Nikon, sia a telemetro che reflex. La mia macchina Zeiss preferita rimane la Contarex Special e successivamente la Contax RTS II.
Ho sempre prodotto principalmente diapositive, poi solo saltuariamente stampe colore e b/n, stampato privatamente.
A breve uscirà un libro sul sistema Contarex, frutto della collaborazione tra Marco Cavina e il sottoscritto, che ha la pretesa di essere la parola definitiva sul famoso sistema Zeiss Ikon.
I progetti sono tanti: sarei contento di realizzarne la metà!

Passiamo ora alla prima parte dell’interessante articolo sulla “Geografia delle fotocamere Zeiss”, nella seconda parte (visibile a questo link) viene presa in esame una nutrita serie di apparecchi venduti in Germania.

Buona lettura.

Le fotocamere Zeiss Ikon hanno conosciuto una diffusione mondiale, grazie all’amplissima offerta, alla costruzione tecnica, alle novità proposte e soprattutto hanno sfruttato la fama delle ottiche della CZJ, da sempre sinonimo di qualità. Possiamo ora ricostruire un viaggio immaginario grazie alle targhette dei negozi che, specie nel periodo tra le due guerre, venivano spesso applicate alle fotocamere sia in maniera elegante sul retro, con targhette in ottone decorato, o più discretamente all’interno, con decalcomanie spesso colorate. Si tratta di un viaggio fantastico che virtualmente comprende una moltitudine di modelli di fotocamere, rappresentative della variegata produzione Zeiss e tanti paesi, dall’Italia alla lontanissima Cina: il periodo di costruzione di questi apparecchi è uno dei più drammatici della storia dell’umanità, e sicuramente molte di queste macchine fotografiche hanno registrato immagini terribili, di bombardamenti, distruzioni, desolazione e sofferenze. Alcune città hanno anche cambiato nome e stato, altre sono state rase al suolo ma sono rinate sotto forma diversa. Alcuni stati citati sono stati invece risparmiati da queste sofferenze. Ci piace tuttavia anche immaginare tanta gente felice nel maneggiare questi apparecchi, in momenti di serenità o alla fine della Grande Bufera, quando fotografare, magari dopo anni passati in prigionia, era tornato un passatempo che sicuramente aiutava a dimenticare i terribili anni precedenti.

  • ITALIA

Per il mercato italiano i cataloghi e il materiale informativo venivano naturalmente stampati in lingua italiana: i cataloghi per l’Italia portavano in copertina, come in questi esempi della fine degli anni Venti, classiche vedute italiche, tra le quali Venezia faceva la parte del leone, con la Chiesa della Salute o con la Piazzetta S.Marco. Questo catalogo del 1928 riporta come rivenditore locale i Fratelli Grilli, produttori anche di cartoline della zona pugliese:

Fratelli Grilli
Acquaviva delle Fonti
Bari

Il secondo del 1929, riporta il rappresentante per l’Italia e Colonie situato in Corso Oporto, oggi Corso Matteotti:

M.Lichtenstein
Corso Oporto 30
Torino 113
Inoltre proprio per il mercato italiano negli anni Trenta la ZI propone la Box Tengor, nr cat. 51, macchina semplice ed economica appositamente creata per la gioventù di allora, che non a caso viene denominata Balilla, proprio come l’organizzazione fascista della Gioventù.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • SVIZZERA

COCARETTE

Questa bellissima fotocamera folding era inizialmente costruita dalla Contessa Nettel di Stoccarda ma, assorbita nel 1926 nella Zeiss Ikon, venne rimarchiata. Il numero di matricola del Tessar nr821619 è del 1928, il che appunto conferma che si tratta di una cassa appartenente alla vecchia produzione riequipaggiata per il nuovo marchio, che appare in alto, impresso sulla pelle. Tra le numerose versioni di Cocarette questa Luxus nr 522/17, si distingue per avere uno stupendo rivestimento di pelle marrone, un formato pellicola 6,5x11cm, un Tessar 12cm f/4,5 e un otturatore Compur con tempi sino a 1/250 di sec. Il peso è di 910g. La Cocarette si distingue dalla famiglia Ikonta/S.Ikonta per avere il movimento del soffietto su rotaie ( e non a scatto) e l’apertura laterale per il film ad incastro. E’ stata acquistata, proprio di fronte al Lago, presso:

PHOTO DES NATIONS
ROBERT FEHLMANN
PLACE DU PORT
GENEVE


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • POLONIA

CONTAX I

Magnifica Contax primo modello, ma già fornita di tempi lunghi di otturazione, come del resto si nota dalla doppia ghiera frontale, di cui una serve per l’avanzamento e carica dell’otturatore, la seconda invece per selezionare il tempo di posa. E’ fornita del classico Sonnar 5cm f/2, chiaramente in versione nera. Le caratteristiche tecniche fanno datare questa macchina intorno al 1934. E’ stata venduta a Poznan, antichissima città originariamente tedesca con il nome di Posen, poi divenuta polacca dopo il 1918, da:

FOTO – GREGER
POZNAN


 

 

 

 

 

 

  • AUSTRIA

NETTAR 4,5×6

L’economica Nettar, nr 515, rappresenta la parente povera della Ikonta di pari formato: la costruzione meno accurata, come il tirante semplice e non a croce, la modesta ottica Nettar a 3 lenti, la limitata apertura massima da f/6,3 dell’ottica da 7,5cm e non ultimo il modesto otturatore Telma con 4 tempi di otturazione, ne fanno una macchina di grande diffusione proprio grazie al suo prezzo più accessibile. All’interno dell’apparecchio compare anche un adesivo di pubblicità della pellicola ZI Panchrom in bianco e nero. Questo modello è stato acquistato a Vienna, in una delle più note vie dello shopping viennese, nella metà degli anni Trenta presso:

Foto – Kino
Lehner – Fridthum
WIEN VI – GumpenDorfer strasse 81


 

 

 

 

 

  • SVEZIA

SUPER NETTEL I

La fotocamera 35mm folding Super Nettel è stata fabbricata in quattro versioni, che si differenziano per il tipo e la luminosità dell’obiettivo impiegato. L’otturatore a tendina metallica con costruzione a saracinesca è mutuato da quello Contax. Si tratta di un apparecchio dotato di telemetro accoppiato, scala dei tempi derivata da quella Contax e una costruzione tipicamente Zeiss. La versione illustrata con ottica Triotar f/3,5 è la meno comune e risale al 1935, per complessivi 530 pezzi circa. Solo una decina di esemplari è stata prodotta nel 1934. Questo esemplare, proveniente dalla Skania, nella Svezia meridionale, porta all’interno una targhetta adesiva che, dato lo stile, potrebbe anche identificare non un negozio ma il proprietario.

LASZLO J BOGARDY
V.Ronnehomsvagen 74 C
217 41 MALMO Sweden
Tel. 040 912930


 

 

 

 

 

 

  • FRANCIA

SIMPLEX 9x12cm

Fotocamera economica a lastre della fine degli anni Venti, nr 112/7, caratterizzata da un elegante frontale ArtDecò in bachelite con incisione ZI: ottica Nettar 13.5cm f/6,3 con 3 tempi d’otturazione forniti dall’otturatore Derval. L’ottica non possiede movimenti di decentramento e basculaggio. Venduta a Lione, nella via dedicata al Presidente francese, assassinato da un anarchico italiano nel 1894, porta questa scritta, in un cerchietto di 13mm di diametro:

Photo Optique
J.GAMBS
Av.President Carnot
LYON


 

 

 

 

 

  • EGITTO

SIMPLEX

Questa fotocamera economica per il formato 6x9cm, costruita in bachelite, risale alla fine degli anni Venti. Elegante e leggera, 550g, monta un modesto obiettivo Nettar Anastigmat 10,5cm f/6,3, composto da 3 lenti, e i tempi sono dati da un semplice otturatore Derval. E’ stata acquistata in Egitto, all’estremità settentrionale del Canale di Suez, presso:

N. BAROUK
PORTO SAID


 

 

 

 

 

 

  • GRAN BRETAGNA

MESS IKONTA

Si tratta di una versione economica della Super Ikonta, in quanto la messa a fuoco e il telemetro sono separati e non in un unico mirino. Il codice è 524/2, la costruzione della cassa in alluminio, mentre la combinazione ottica qui proposta è la più modesta delle tre disponibili, offrendo un Novar f/4,5. Si tratta di una macchina del dopoguerra, databile nella prima metà degli anni Cinquanta. Dalla colorata decalcomania interna si deduce che stata acquistata presso un negozio che possiede due filiali: una a Birmingham e l’altra nella conurbazione di Wolverhampton, non una vera città, ma un distretto metropolitano con status di City:

Cine – Equipments Ltd
Wolverhampton
Birmingham

 

 

 

 

 

 

 

IKOFLEX II

Questa biottica, classificata come nr 851/16, è una delle tante costruite dalla Zeiss Ikon tra gli anni Trenta e la metà dei Cinquanta: si caratterizza per la curiosa leva di messa a fuoco, invece della classica manopola e per la modesta ottica Triotar f/3,8, invece dei più noti Novar o Tessar. Dal numero di matricola dell’ottica è databile nel 1935 o appena posteriore, visto che le ottiche venivano accoppiate a queste macchine in funzione dei lotti disponibili, e non esiste un collegamento temporale diretto tra ottiche e apparecchi.
E’ stata venduta in una città inglese famosa per le imprese dello Sceriffo e del suo acerrimo nemico Robin Hood:

Photo Supplies Ltd
Photografic Dealers
7 Pelham Street
Phone 3445
NOTTINGHAM

Il negozio fotografico esiste ancora oggi allo stesso indirizzo, ma è stato acquistato da un gruppo col marchio di London Camera Exchange.


 

 

 

 

 

 

  • CINA

I prodotti per il mercato cinese venivano marcati con tre ideogrammi, che significano: Fabbricato in Germania, mentre talvolta si trova la scritta For China all’interno degli apparecchi. Addirittura per la Manciuria, stato creato ed occupato dal Giappone dopo gli anni Venti, esisteva un’incisione apposita con il nome Manchukuo. Qui mostriamo una classica Super Ikonta 530/16 della fine degli anni Trenta, con il tettuccio ancora piatto, equipaggiata con un formidabile Tessar f/2,8, e l’incisione posta sulla staffa portaflash; una macchina Bebè, nr 342/3, piccolo e compatto apparecchio a lastre 6,5x9cm, ripiegabile grazie ai tiranti, con mirino ottico, otturatore Compur ed ottica Tessar f/4,5, con scritta all’interno del porta lastre. Il numero di matricola dell’ottica, visibile sul fianco dell’otturatore, la data nel 1929, o appena dopo. Ed infine una Contax I del primo periodo produttivo (1932), senza tempi lunghi, che porta sul retro l’incisione degli ideogrammi, presenti del resto anche sull’ottica Sonnar.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(testi e foto di Pierpaolo Ghisetti)

La ristrutturazione della Kodak

Sul suo sito ufficiale Kodak ha pubblicato una serie di informazioni utili per i suoi clienti (privati ed aziende) in merito alla ristrutturazione dell’azienda dovuta all’ormai famoso Chapter 11.

Questo il link: http://www.kodaktransforms.com/

Importante notare come si parli di ristrutturazione, riorganizzazione e non di fallimento. Questo nonostante in molti abbiano subito sbandierato la fine di una storica azienda in tema di fotografia analogica, volendo associare questo fallimento al fallimento della fotografia a pellicola.

Noi in quanto appassionati di chimica ed argento seguiremo con interesse la vicenda, per ora pubblichiamo quanto la stessa Kodak ha pubblicato sul suo sito in tema di disponibilità e produzione.

Questo il comunicato in Home Page che spiega la situazione generale:

On January 19, 2012, Eastman Kodak Company and its U.S. subsidiaries filed voluntary petitions for Chapter 11 business reorganization in the U.S. Bankruptcy Court for the Southern District of New York. The business reorganization will enable Kodak to bolster liquidity in the U.S. and abroad, monetize non-strategic intellectual property, fairly resolve legacy liabilities, and enable the Company to focus on its most valuable business lines.

Non-U.S. subsidiaries are not part of the filings, are not subject to the Court proceedings, and are operating as usual.

Kodak and its U.S. subsidiaries intend to continue normal business operations during the reorganization, and throughout the process:

  • Continue customer programs;
  • Provide employees with their usual wages and benefits; and
  • Honor all post-petition obligations to suppliers in the ordinary course.

A U.S. Chapter 11 proceeding is a legal mechanism that generally focuses on the preservation and reorganization of ongoing operating companies. The process will allow Kodak to continue normal business operations while we accomplish our objectives and emerge a profitable and sustainable enterprise.

Kodak aims to build company that will be successful in the marketplace – and a positive force in the communities we call home.

Additional information can be accessed from the links along the left side throughout this site.

E queste una serie di FAQ per i propri clienti privati (ossia per noi):

Information for Consumers

Frequently Asked Questions

Is Kodak continuing to operate during the Chapter 11 proceedings? 
Yes. The Chapter 11 process allows us to continue normal business operations while we reorganize to bolster liquidity in U.S. and abroad, monetize non-strategic intellectual property, fairly resolve our legacy costs, and enable the Company to focus on our most valuable business lines.

Can I continue to purchase products and services from Kodak in the ordinary course?
Absolutely. During this process, our customers can count on us for business as usual. We will maintain and administer customer programs and honor prepetition obligations to customers including all pending orders, warranties, and other customer programs. Kodak will continue to do what it has always done – bring products and services to market that help our customers do more, do it better, and do it faster.

Will pending customer deliveries be completed?
Yes. Since we are continuing to operate our normal business, you should expect to continue as usual to receive deliveries of purchased items.

Are exchanges or refunds for products still being provided?
Yes. Since we are continuing to operate our normal business, you should know that we expect to continue as usual honoring pending orders and purchases, including exchanges and refunds.

Will warranties still be valid? What about rebates and other customer service programs?
Yes. Since we are continuing to operate our normal business, customers should continue to expect that we will fully maintain warranties, rebates, and other customer service programs going forward – both for our commercial customers and for consumers who purchase Kodak products from retailers.

Does the Chapter 11 filing affect the selection of products that Kodak offers? 
No. Offerings to customers will continue as usual. Kodak will continue to do what we have always done—bring products and services to market that help our customers do more, do it better, and do it faster. That will not change.

Giocare con la Diana F+

Cari amici di Analogica.it, eccomi qui a parlarvi di una delle regine del low-fi: la Diana F+.

Qualche tempo fa, quando ancora c’era il sole e faceva molto caldo, a causa di alcune letture, ho deciso di prendermi la Diana F+. Avendo già la Holga 120, non mi era mai venuto il pensiero di comprare anche la Diana F+. Tuttavia la curiosità ha avuto la meglio, soprattutto dopo aver guardato e ammirato attentamente alcune fotografie uscite fuori proprio da quelle lenti di plastica. E allora mi sono detta: diamo una possibilità alla Diana!

Ora, come immagino voi saprete, la Diana è considerata una delle toycamera per eccellenza, insieme alla mia amata Holga. Le caratteristiche principali, infatti, sono le lenti in plastica, l’aberrazione cromatica e lenticolare, la vignettatura e altri tipici “difetti”, come i lighleaks, cioè le infiltrazioni di luce. A differenza della Holga, però, la Diana F+ (sottolineo che sto parlando della versione della Lomography e non della Diana originale degli anni ’60) ha qualcosina in più. Per esempio? I diaframmi. Sono previsti: soleggiato (f/22) parzialmente nuvoloso (f/16 o f/11?, non ho mica capito) nuvoloso (f/8) e pinhole (f/150), aperture che cambiano a seconda della lente che ci si mette davanti. Infatti, la lente in dotazione è una 75mm (lente “normale” per il medio formato, cioè corrisponde alla visuale dell’occhio), ma si possono usare anche altre lenti come il fisheye, il tele, le macro, le wide, ecc.

La funzione pinhole è a mio parere un’aggiunta molto interessante, che rende la Diana F+ un’ottima compagna di avventure. Basta selezionare su pinhole, togliere la lente e mettere la posa B. Come vi avevo già detto, l’apertura dell’otturatore viene calcolata in base alla sensibilità della pellicola e alle condizioni di luce. Inoltre, in dotazione c’è un piccolo aggeggio in plastica a forma di “Z” legato alla macchina con un cordoncino (si vede nell’immagine sopra), che serve proprio a bloccare l’otturatore per lasciarlo aperto tutto il tempo necessario.

Per il resto, queste sono le altre caratteristiche tecniche:

  • messa a fuoco: 1-2 mt, 2-4 mt, 4 mt-infinito
  • velocità otturatore: posa N (1/60) e posa B
  • foro per treppiede
  • foro per cavo di scatto remoto
  • mascherine interne per 12 scatti (5,2×5,2), per 16 scatti (4,2×4,2) o per 16 scatti in modalità “endless panorama”

Il flash, invece, è un discorso a parte. Al posto del classico attacco “hot-shoe“, la Diana ha una specie di “presa della corrente” in cui infilare il suo Flash a spinotto. Se volete invece utilizzare un flash diverso, che magari già possedete, dovete procurarvi questo adattattore hot-shoe.

Devo dire che questo Flash mi è sempre piaciuto, soprattutto per le gelatine colorate da mettere davanti la lampada. Lo presi quasi due anni fa, dopo aver ricevuto in regalo la Diana Mini. Lo uso tutt’ora anche con le altre mie fotocamere, grazie all’adattatore per renderlo un normale flash con attacco hot-shoe:

Appena mi è arrivata la Diana, l’ho subito messa alla prova con una pellicola redscale che purtroppo si è rivelata un disastro. Quindi, ho resettato tutto e quando sono andata a Milano, me la sono portata dietro con una Lomography CN 100, una normalissima pellicola negativa a colori.

Ecco le foto:

© biondapiccola

© biondapiccola

© biondapiccola

© biondapiccola

© biondapiccola

© biondapiccola

© biondapiccola

Quando ho visto queste foto, ho subito pensato che il risultato è abbastanza simile a quello che si può ottenere con una Holga 120. Non che mi aspettassi qualcosa di così diverso, ovviamente. Dopo averla provata, però, posso dire che la Diana è un’ottima toycamera e capisco perfettamente chi è un “Diana-addicted“, specialmente se si considerano tutti gli accessori con i quali divertirsi, come le lenti, il dorso per sprocket holes, lo splitzer, e così via. Io penso di essere una “Holga-addicted“, ma non per questo lascerò che la mia Diana prenda polvere sulla mensola!

Silvia – Holga my dear

“Anche la bugia più palese…”

Potpourri di novembre è online

copertina Potpourri N°31

In questo numero:
Il fascino degli anni ’30 con pellicola Impossible, la magia della settima arte allo Sciacca Film Fest, una metafora visiva dell’avatar virtuale, maschere umane nel ritratto pittorico, e i capolavori dei fotografi Ruggiero Di Benedetto e Lorenzo Pesce.
Buona visione !

Sfogliabile e scaricabile qui: POTPOURRI